In un piccolo borgo della Basilicata, Tramutola, è possibile assistere ad un fenomeno più unico che raro: la fuoriuscita spontanea di petrolio e acqua sulfurea dal terreno.
Gli affioramenti naturali di petrolio, noti sin dall’antichità alla popolazione del luogo, hanno rivestito un’importanza strategica per la ricerca petrolifera in Val d’Agri. A loro si deve la scoperta del più importante giacimento petrolifero onshore dell’Europa Continentale, il giacimento della Concessione Val d’Agri.
Tra leggenda e realtà, è ripercorsa la storia degli affioramenti naturali di petrolio, inizialmente utilizzati dalla popolazione del luogo per curare problemi di pelle e reumatismi e successivamente valorizzati per il loro potenziale energetico.
La società Italiana Petroli prima e l’AGIP poi eseguirono numerose ricerche per valutare il potenziale petrolifero dell’area. A partire dal 1936 vennero perforati 47 pozzi, ma le modeste produzioni e l’avvento della II guerra mondiale portarono l’AGIP, alla fine degli anni ’40, ad abbandonare il campo.
Gli affioramenti di petrolio, destano ancora oggi molto interesse non solo tra la comunità scientifica ma anche nei semplici visitatori. Difatti, l’osservatore che visita questi luoghi rimane affascinato dalla naturalità del posto, la funzionalità dell’ecosistema sembra non essere stata compromessa. Verosimilmente l’ecosistema naturale si è adattato nel corso dei secoli alla presenza di idrocarburi che risalgono spontaneamente in superficie.
Ripercorrendo il processo di formazione di un giacimento petrolifero e la risalita spontanea di petrolio dal giacimento, si cercherà di illustrare come le specie vegetali e animali abbiano messo in atto una serie di risposte per sopravvivere alla presenza di petrolio. Gli affioramenti di petrolio rappresentano un laboratorio a cielo aperto per condurre studi di bioremediation.